Spesso, quando si parla di violenza all’interno di una relazione si pensa automaticamente alla violenza fisica, ma ne esistono diverse forme, alcune delle quali non visibili, come per esempio le offese, le critiche, le accuse, la mancanza di rispetto, i ricatti, il controllo della libertà personale, le bugie. Tutte queste sono manifestazioni di violenza psicologica.
Per violenza psicologica si intende una forma subdola e velata di maltrattamento che ha come elemento principale un meccanismo di sopraffazione che nel tempo va a lacerare il valore personale, l’autostima e la dignità di un’altra persona.
Che differenza c’è tra violenza fisica e psicologica?
Chi esercita violenza psicologica non ricorre all’attacco fisico, usa per lo più le parole come arma, ma le parole non sono reputate un’arma nel vero e proprio senso del termine e per questo motivo spesso chi esercita della violenza psicologica ritiene di non fare violenza.
Un’altra grande differenza è che la violenza fisica è oggettiva al punto di lasciare danni visibili, mentre quella psicologica entra nell’area della soggettività e questo può rappresentare un terreno fertile per il non riconoscimento e la non validazione di quanto certe frasi generino ansia e sofferenza nelle vittime.
Riconoscere la violenza psicologica
Questo tipo di violenza non ha una forma precisa e definita, i comportamenti spesso sono disparati e possono variare d’intensità, a volte essere più espliciti e altre essere velati.
Una cosa importante da sottolineare è che non è un singolo episodio, è comportamento che ricorre nel corso del tempo e questa caratteristica di ripetitività ha un forte impatto sulla vittima che si sente sempre più stretta all’interno della tela.
Alcune forme di violenza psicologica possono essere:
- controllo: controllo degli spostamenti, dei messaggi, del modo di vestire.
- accuse: attribuire alla vittima la causa della rabbia, negazione di fatti realmente accaduti in modo da far dubitare la vittima di se stessa, negazione dell’abuso.
- umiliazione e critica: svalutazione continua del lavoro altrui, commenti negativi di ogni genere, tentativo di agire in maniera superiore, messa in ridicolo dell’altro.
- trascuratezza emotiva e isolamento: tecnica del silenzio, indifferenza nei confronti della sofferenza, tendenza a isolare la vittima dalle persone vicine.
Che conseguenze può avere la violenza psicologica?
La vittima di violenza spesso si sente impotente, senza alcuna arma per fronteggiare quella battaglia, per questo si ferma ad aspettare che tutto finisca il più velocemente possibile.
Oltre a sentirsi impotente, la vittima, si sente senza via d’uscita, calpestata nella dignità e nel valore personale. Tutto questo spesso genera ansia, colpa e vergogna, che poi possono degenerare in depressione, disturbi del sonno e disturbo da stress post-traumatico.
Ma alla violenza si può reagire!
L’abuso psicologico, come qualsiasi altra forma di violenza, prospera nell’oscurità quando nessuno lo capisce, ne parla e lo riconosce. Per uscire da queste complesse situazioni relazionali la parte più difficile è riconoscere che ciò che si sta vivendo è qualcosa di tossico, di malato, qualcosa dal quale per liberarsi è fondamentale chiedere aiuto.
Certo, reagire alla violenza psicologica non è semplice, soprattutto quando sono coinvolti emozioni e sentimenti, ma è un passo necessario per ritrovare il proprio benessere e la propria serenità. È importante uscire da una trappola psicologica mascherata da storia d’amore.