Ansia da separazione: che cos’è e come affrontarla

Cos’è l’ansia da separazione?
Per i bambini separarsi dal caregiver (persona di riferimento) significa distaccarsi da ciò che è familiare e conosciuto per avventurarsi verso nuove esperienze. In quest’ottica la separazione si configura come un’opportunità di crescita. Attraverso i progressivi distacchi dalle figure di riferimento il bambino potrà raggiungere la propria autonomia, contribuendo alla formazione della propria identità. Spessò però autonomia e indipendenza rappresentano per i bimbi un sentimento di paura e incertezza.

La cosiddetta “ansia da separazione” si manifesta emotivamente con la paura dell’abbandono e con l’angoscia della solitudine che si fa più nitida e viene attivata quando il piccolo perde il contatto visivo con la mamma. Una prima forma di ansia da separazione si riscontra tra gli 8 e i 10 mesi, quando il bambino piange se separato dalla mamma. Se pensiamo bene è il periodo che coincide con l’esogestazione (ossia i 9 mesi dopo il parto) che è la continuazione dei 9 mesi che il bimbo è stato all’interno del pancione della mamma. È il momento in cui si verifica una simbiosi tra mamma e neonato. Proprio verso questi mesi il bambino è pronto per esplorare il mondo: inizia i primi gattonamenti, conosce i primi sapori diversi dal latte, e ci indicherà lui che vuole lasciare il contatto continuo (a cui tornerà periodicamente come “base” rassicurante). Anche la madre in questa fase esprime un minor bisogno di contatto: l’indipendenza raggiunta dal bambino diventa quindi una conquista reciproca.

Un’altra forma è quella che si genera verso i 18 e i 24 mesi quando il bimbo inizia a esplorare gli ambiente in totale autonomia, ma sente sempre la necessità di tornare dal genitore alla ricerca di un posto sicuro. 

È importante ricordare che l’ansia da separazione è del tutto normale nei bambini, anzi, possiamo definirla significativa perché rappresenta un coerente processo evolutivo nei primi anni di vita, a seguito della crescente consapevolezza del bisogno di sentirsi “legati” a qualcuno per difendere la propria sicurezza. Un bambino “sicuro” è un bambino che piange quando la mamma va via, ma si fa consolare dall’altro adulto con cui è rimasto, si distrae facilmente, riprende ad esplorare l’ambiente, è “sicuro” che la madre tornerà ed è contento di rivederla.

Come affrontare l’ansia da separazione?
Mamma e papà possono migliorare la consapevolezza dei momenti in cui ci si assenta o ci si allontana dal bambino. Comprendere quali siano per il bimbo i “punti critici” che lo portano ad avere un sentimento di ansia rispetto alla paura di un non ritorno del genitore o alla paura di essere abbandonato, permette ai genitori di avere dei comportamenti corretti che possono rassicurare il piccolo sul fatto che si farà ritorno, rendendolo partecipe del proprio programma oppure enfatizzando il proprio rientro con esclamazioni tipo “eccomi, sono tornato/a!”. I bambini vanno sempre ascoltati nelle loro paure ed è fondamentale dare il giusto significato alle reazioni che hanno senza ridicolizzarli o denigrarli, vanno rassicurati e accompagnati. 

È utile scegliere un modo e un tempo adatto per abituarlo alla separazione, per esempio se il bimbo è più fragile quando è stanco o affamato sarebbe utile assicurarsi che sia sufficientemente sazio e riposato prima dell’allontanamento in modo che non sia già stressato da altri fattori. 

E se l’ansia fosse al contrario?
Un eccesso di iperprotettività può portare i genitori a non riuscire a delegare a nessuno compiti semplici nei confronti del piccolo. I bambini imparano presto a gestire la separazione, ma perché questo accada nella maniera più naturale e salutare possibile è importante che il genitore si mostri ottimista e sereno nel distacco, poiché il bambino riflette lo stato d’animo del genitore, per questo è importante saper gestire la propria ansia e il proprio stress. Mostrarsi ansiosi per la separazione o preoccupati non fa altro che aumentare l’angoscia nel piccolo e rende il distacco più difficile. Se invece si riesce a essere sufficientemente affettuosi, magari abbassando il tono della voce e utilizzando un tono rassicurante, sorridendo e guardando il piccolo negli occhi sarà più semplice ed efficace la separazione. 

È faticoso separarsi, ma è sano sperimentare queste emozioni per permettere ai bambini e a noi stessi di essere più forti, più consapevoli e più sereni nel momento del ricongiungimento!  

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